giovedì 21 maggio 2015

Non ho bisogno di nient'altro, adesso che ho trovato Dio.

Certo è, che ognuno di noi trova la Spiritualità in qualcosa di diverso. (Come c'è anche chi mai la troverà).
Nata e cresciuta da "Cristiana", non sentivo niente se non una "spiritualità" indotta, fatta di costrizioni e FORMALITA'. Finii per odiare il concetto di Dio. Volli ucciderlo e così feci.
Solo a seguito di questo illuminante omicidio, scoprii dov'era. Dov'è.
Poii partii, avendo deciso di riconciliarmi col Tutto, dopo aver vissuto la più ignominiosa disperazione, frustrazione. Per più di tre anni.
Partii per vivere il più sporco dei peccati, la puzza disgustevole degli scarti delle macchine che fanno a gara con carri malandati, trainati da altrettanto malandati asini storpi.
Partii per incontrare il mio promesso sposo: il Nilo.
Partii per farmi curare le ferite dal miglior medico: il caldo Sole d'Egitto.
Partii per trovarmi attraverso la scoperta del diverso, dei sorrisi di bambini che giocano per strade polverse con la ruota di una bicicletta. Partii per specchiarmi, vedere la mia immagine riflessa negli occhi disarmanti delle donne che hanno partorito l'umanità, le donne d'Africa, quelle che tengono scoperta, alla luce del sole la loro parte migliore: gli occhi.
Partii per specchiarmi, vedere la mia immagine riflessa negli occhi di uomini che proibiscono l'omosessualità tenedosi per mano, abbracciando e chiamando "Amore

mio", persone del loro stesso sesso.
Partii per conoscere il popolo delle contraddizioni, il popolo della Danza della Terra, il popolo dei sorrisi e della Rivoluzione, il popolo che lotta a qualsiasi età, il popolo che mai si arrende; per scoprire che c'è una persona che vive nella spazzatura, con tutta la sua famiglia, a dieci metri da chi siede ad un café, in giacca e cravatta, tentando di stabilire la connessione wi-fi.
Dovetti piegare la mia anima alla visione di scene alle quali mai avrei immaginato di dover assistere.
Dovetti abbassare il capo e alle volte, nonostante la mia anima impavida, provocatoria e naturalmente Libera, deviare lo sguardo. Tacere.
Tra Amore e repressione, tra nostalgia e sete di scoperta, c'era sempre una moschea coi suoi cortili a cielo aperto, perché le creature volatili di Allah potessero ricordarmi che faccio parte di qualcosa d'immensamente più grande di me. C'era sempre una moschea in cui camminare scalzi, come bambini ai loro primi tentativi d'esplorazione del mondo. C'era sempre una moschea in cui, fregiata d'una lunga veste e col capo coperto in segno di sottomissione, rispetto e protezione, potermi aggirare come un Essere Umano.


Partii e tornai. Ancor più curiosa e nostalgica.
Oh cuore mio, tornerò a prenderti lì dove t'ho lasciato, nel silenzio del deserto, interrotto solo dal vento che aleggia tra le piramidi; lì nell'eterea immensità delle moschee.
Tornerò a prenderti, per poi giacere con te per sempre. Lì dove tu stesso decidesti di metter radici; nel luogo in cui fosti portato dalle mie ali.

Non ho bisogno di nient'altro, adesso che ho trovato Dio.


 Foto di Hussein Magdi (https://www.facebook.com/pages/Cairo-Photos/293144890878833?fref=ts )

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