giovedì 15 ottobre 2015

c'è troppa luce e vogliono spegnerla
c'è troppa luce, inconsciamente ciò li spaventa
la fiamma brucia e fa troppa luce
hanno tutti paura di bruciarsi, tranne lui
ma io non posso rischiare di ustionarti davvero, ho già lasciato il segno sui tuoi predecessori, amor mio
allora addio

tu sei venuto da lontano, solcando i mari da ragazzino
che coraggio che hai avuto
io invece, sono un essere mai cresciuto
il dolore ho inflitto, perché dolore ho subìto
non è un buon motivo, ma è la disgrazia di cui vivo

ti prego solleva il tuo sguardo da questo essere disgraziato, persino la vergogna m'ha oltrepassato





Biondo del passato, tu che tanto mi hai donato
delle tue parole mi son rimembrata
"Hai i girasoli negli occhi", andavi ripetendomi
ed io scorgevo che forse qualcuno m'amava, sorridendomi
la mia vista ha traballato, perché anche oggi, ho lottato
la follia m'ha assalito, sangue del mio sangue ho aggredito
di te mi son ricordata, di te che m'hai amato
ancor più bella immagine è, quando m'hai raccolto, sollevato, che significa salvato.

domenica 4 ottobre 2015

04/10/15

Persi tutto, anche la voce. Contemporaneamente alla dignità di Persona. 
Acquistai molto, soprattutto ferite da raccontare a nessuno, come sempre. Anche illudendosi che in quell'oggi ci fosse finalmente qualcuno. In realtà non c'era mai nessuno. Non ci fu mai nessuno perché eravamo solo io e te, anima mia, dolore mio, problema, angoscia, ricordo di ciò che dentro imperversava e nessuno mai poté figurare in sé, nella propria scheda memoria, tranne forse chi visse il simile.
Per quanto stessi ammalandomi, persino nella malattia permase la lotta. Questo è la Vita.
L'esterno però mi portò a lottare anche contro me stessa, perché si arriva al punto in cui, pur di non impazzire, ci si autodistrugge, o forse è questa, la follia. La follia indotta dall'esterno. Temetti e tanto, che l'esterno mi avrebbe costretto ad essere un Non Essere. Disumanizzata.





Che qualcuno parli CON la mia anima!
Di coloro i quali credettero di poter esercitare la loro vanità e le loro smanie causate dalla loro malattia, di coloro i quali vollero parlare ALLA mia anima, beh ne ebbi abbastanza.



E la 3oud di Nasser Shamma non suonava, parlava. E allora c'era qualcuno che poteva, involontariamente(?) parlare con lei, con me! Mi resi conto di non aver perso la speranza, e allora iniziai a danzare. Tutto era Insieme. La comunicazione con l'esterno era comunicazione con l'interno. Era tutto la stessa cosa.  Era tutto così bello e perfetto nel momento presente, che non potei fare a meno d'esser perfetta anch'io.
Da quel momento lontano e e sempre vicino, io seppi a chi rivolgermi.

Allora dunque, pregai che Dio avesse pietà della vostra anima ormai sudicia. Lui sa.

Quanto dolce fu il vibrar di quelle corde, talvolta pizzicate, talvolta accarezzate. Sempre dolce la sua mano, sempre in perfetto equilibrio il mio piede. 
Sola ero e sempre rimasi.
Alle spalle il precipizio mi lasciai. Lì dove loro erano, senza averne avuto mai, coscienza alcuna.